Militare e uomo politico
austriaco. Ufficiale di carriera, nel 1824 fu nominato addetto militare presso
l'ambasciata di Pietroburgo, iniziando così una brillante carriera
diplomatica che lo portò a Londra, Parigi e Torino. Nel 1846 assunse la
carica di ministro plenipotenziario presso il Regno di Napoli. Consigliere di
Radetzky in Italia, nel 1848, con il grado di maggiore generale, prese parte
alla guerra contro l'esercito piemontese e, dopo l'insurrezione popolare di
Vienna dell'ottobre successivo, fu nominato presidente del Consiglio e ministro
degli Esteri. Animato dalla sua ambizione personale e dal desiderio di
restaurare l'ordine e la disciplina nell'Impero austriaco, nel dicembre
successivo indusse l'imperatore Ferdinando ad abdicare in favore del nipote, il
diciottenne Francesco Giuseppe. Nel marzo 1849 concesse una Costituzione che
abrogò nel dicembre 1851. Riaffermò l'autorità imperiale
con la durissima repressione antiungherese condotta dal generale Jelacic e, in
Italia, restaurò i ducati di Parma, Modena e Toscana. Inoltre, per
impedire che la Prussia allargasse ulteriormente il proprio potere sulla
Germania, approfittò dei tumulti nell'Hesse-Casel (1850) per inviare un
esercito di 200.000 uomini. In seguito alla mobilitazione prussiana si ebbero
alcuni scontri tra i due eserciti e la firma, nel novembre successivo, del patto
di Olmütz, in cui egli dettò condizioni profondamente umilianti per
la Prussia. Restaurò il
Bund tedesco (Dieta di Francoforte), con
le stesse caratteristiche di quello creato dal Congresso di Vienna del 1815 e
sotto la stretta egemonia dell'Austria (Krumau, od. Cesky Krumlov, Boemia 1800 -
Vienna 1852).